Noi disobbedienti ci ispiriamo alla natura umana e alle sue magnifiche e progressive sorti.

Al morso della mela
Al furto del fuoco
Alle tele squarciate
Ai musicisti senza spartito
Ai libri che creano infiniti mondi
A Socrate sul banco degli imputati
Compiamo atti di resistenza creativa e le diamo la forma di una canzone, di un libro, di un film, di una foto, di un quadro.

Dubitiamo, obiettiamo, e concepiamo l’errore soltanto come uno spunto da cui ripartire.

Avanziamo per cerchi concentrici, accogliamo gli spigoli senza smussarli, tracciamo 10 punti da cui passano infinite linee.
E creiamo l’undicesimo per metterli tutti in discussione.

Al pensiero unico preferiamo il sogno condiviso.

Rifuggiamo i luoghi comuni alla ricerca di terreni sconosciuti.

Coloriamo fuori dai margini, guardiamo oltre gli ostacoli, rompiamo gli argini. Costruiamo bellezza.

Alle certezze matematiche preferiamo i risvolti nascosti dell’anima..

Abbattiamo barriere per costruire ponti.

Al mondo com’è contrapponiamo il mondo immaginato, e ci battiamo perché possa esistere.

Alla sicurezza del successo, preferiamo la possibilità del fallimento.

Obbediamo al rumore del mare, al soffiare del vento, al fuoco che scalda dentro. Ad una nota che esplode all’improvviso.

Siamo portatori sani di stupore e meraviglia.